Hanno il fascino di creature primordiali, ed anche se piccoli a guardarli nel loro habitat incutono un certo rispetto. Sarà a causa di quel grugno da boss dei mari o per quell’aria sonnolenta, di chi sa il fatto suo e non teme nulla. Sarà per la violenza di quei colori così inconsueti, rosso scuro o nero pietra, colori che lo Scorfano in realtà usa non per spaventare, ma per nascondersi, nascondersi meglio di chiunque altro
Se fate snorkeling nei mari di Ischia sarà facile imbattersi in questi che sono considerati tra i pesci più brutti del Tirreno, tanto che a Napoli si usa dire per una persona disarmonica “pare nu scorfan”.
Certo non sono campioni di grazia, ma a ben vedere questi pesci hanno un loro particolare allure, charme da creatura degli abissi, di mostro dei mari, fanno pensare alla preistoria che nel nostro immaginario è sempre popolata di esseri fantastici a metà tra razze diverse. Una cosa di certo non può che essere oggetto di ammirazione in uno scorfano, la capacità incredibile di mimetizzarsi con il fondale, con gli scogli, con le piante acquatiche.
E questo farsi sasso, sabbia, corallo, questa abilità di rendere il proprio involucro rugoso, squamoso, con una pelle quasi sfaldata per fingere di essere uno scoglio tra gli scogli, ricoperto di alghe e patelle, strappa un applauso a scena aperta, soprattutto quando con un po’ di pazienza e tanta fortuna lo si vede all’opera, papparsi qualche pescetto sconsiderato che lo ha scambiato per ciò che il grande trasformista aveve deciso di diventare.
«Incontrare uno scorfano, sott’acqua, è cosa frequente. Incontrare uno scorfano significa osservare un pesce da molto vicino, vista la sua indole tranquilla – leggiamo nel sito www.fondali.it – ma incontrare uno scorfano, di qualsiasi dimensione e a qualsiasi profondità, significa anche avere l’occhio abituato a selezionare forme e colori del fondo, per individuare uno dei principali campioni nell’arte del mimetismo».
Le diverse specie presenti in Mediterraneo consentono diversi approcci un po’ a tutte le profondità della fascia costiera. Appena immersa la testa sotto il pelo dell’acqua possiamo rinvenire gli scorfani neri e gli scorfanetti, già ben nascosti tra le pietre dei fondi detritici, rocciosi, o anche alla base delle praterie di posidonia.
Guadagnando alcuni metri di profondità si possono poi incontrare scorfani più strani, diversi secondo il tipo di fondale. Ma il protagonista indiscusso delle immersioni in Mediterraneo nella fascia compresa tra i trenta e i sessanta metri di profondità, è lo scorfano rosso. Il suo nome scientifico è Scorpaena scrofa anche se è meglio conosciuto come scorfano rosso.
Ma lo conoscete veramente questo splendido pesce? E avete ancora il coraggio di dire che lo scorfano è brutto?
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