Saluti da Ischia... l'isola attraverso le cartoline illustrate
Così attraverso quelle foto prende forma davanti ai nostri occhi una terra mai vista, l'isola della fine della seconda metà dell'Ottocento. Una distesa deserta di cose e di persone, una coperta di alberi e canne che incontra il mare, e lì al centro un puntino piccolo, piccolo: una casa persa nella natura assoluta.
Cartoline illustrate con le foto di Sommer o di Majorana che sembrano più delle vedute, delle gouache, per l'atmosfera bucolica da ideale età dell'oro, dove il porto di Ischia ha ancora tutta la fisionomia di un lago circondato da aranceti, il Castello aragonese è un enorme scoglio con una cittadella un po' diroccata in cima, e le poche persone raffigurate sono intente a lavorare; donne che avanzano dritte con grosse ceste in testa, pescatori che remano, oppure che stendono le reti ad asciugare sul pontile del Castello, contadini su asinelli.
I decenni passano, le cartoline immortalano un'isola che lentamente cambia, non molto per la verità almeno fino al secondo dopoguerra, quando pigiato l'acceleratore sull'economia turistica le case crescono di numero, il verde cede un po' di posto a strade e stradine, alberghi e negozi, qualche auto prende il posto degli asini e delle carrozzelle, e fanciulle in costume posano davanti all'obiettivo con sorrisi maliziosi e corone di fiori in testa.
Cambia l'isola, cambia il modo di intendere la sua immagine.
In linea con il realismo ottocentesco i fotografi di quell'epoca si limitavano a fotografare la realtà così come era, non senza un tocco di verismo, per la verità. Gli Alinari nelle loro campagne fotografiche ad Ischia forniscono uno spaccato molto realistico della vita che si conduceva sull'isola, immortalando ad esempio dei ragazzini che lavorano in una fabbrica di mattonelle a Casamicciola: scalzi, assetati e sporchi di creta, alcuni sono ancora bambini; quella fotografia è una testimonianza illustrata di tempi in cui il lavoro minorile era ancora ampiamente sfruttato.
Dal realismo ad uno stile più “promozionale” il passo non è breve, però ci si giunge e così nelle cartoline di Pipolo e soprattutto in quelle di Provitola l'immagine che viene veicolata dell'isola è ben diversa: le spiagge ora diventano luogo di bagni, tuffi, sole e divertimento, gli angoli ed i paesaggi vengono colti mettendo in evidenza il loro lato grazioso, piacevole, rilassante, le donnine in costume sorridono; cominciano a comparire anche i primi slogan “Ischia, l'isola dell'eterna giovinezza” “l'isola della primavera” ecc..
Ad Ischia Provitola comincia delle sperimentazioni grafiche componendo la cartolina con varie fotografie e inserendo al centro l'immagine di una bella donna in costume.
Ma Provitola fa di più lavora molto di fotoritocco, rendendo i colori più brillanti, più piacevoli, proprio come i film americani della stessa epoca dal tecnicolor molto spinto. Poi Provitola scatta una foto del lido di Ischia e disegna delle frecce sopra gli alberghi indicandone il nome. I “Saluti da Ischia” sono diventati un'attività promozionale di più ampio respiro, il marketing turistico è ormai bello e che maturo.
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Nel suo andare per spiagge e marine dove poter dipingere mari calmi o tempestestosi, acque limpide e rese rosa da albe e tramonti, Salvatore Fergola non poteva non fermarsi ad Ischia. La nota fiabesca del Castello nel ma..
Spero che tu abbia ricevuto il mio telegramma da Napoli. Il giorno seguente, domenica, di buon’ora sono partito col signor Schmidt per Ischia, dove abbiamo trovato una camera a Villa Drago per 15 giorni...
Ischia «isola, di una bellezza selvaggia, quasi primitiva, dove trionfano in un intreccio sapientemente modellato viti cariche di uve e limoni profumatissimi». Parole dedicate all’isola di Ischia da un italianissimo dand..
Il capostipite di una grande famiglia di pittori dell'Ottocento napoletano dipinse vedute dell'isola di Ischia di pacato lirismo, come questo celebre quadro raffigurante " Casamicciola "..
Grazia frugale a colpi di scalpello nella roccia, minimalismo obbligato. Finestre nessuna, un arco e qualche tronco di castagno, unica apertura: l’uscio. Una vasca scavata tra i massi per la raccolta di acqua, dove ora c..