Nei vicoli della Forio dei pirati alla scoperta delle torri di avvistamento
Forio la terra d’occidente dell’isola di Ischia è uno scrigno di delizie architettoniche. Bianche chiese, palazzi patrizi dai portali di piperno sulle strade del corso, ma dietro un labirinto fatto di vicoli e vicoletti strettissimi tra alte mura a calce chiusi su giardini di aranci e limoni. E tra i vicoli di Forio le torri, alte svettanti, severe e mute, rompono la linea orizzontale di case e palazzi. Sono tante le torri di avvistamento di Forio, una volta però erano ancora di più. Un itinerario alla loro scoperta vi guiderà nella Forio antica quando i pirati erano un serio pericolo ed i turchi facevano strage di cristiani
Le torri di avvistamento di Forio furono costruite nei primi decenni del 1500 quando sulle coste di Forio si abbatté la sciabola piratesca del corsaro Dragut. Perché proprio a Forio è facile dirlo: mare aperto e terreno pianeggiante allo sbarco la rendevano terra facile per compiere incursioni. Ma gli abitanti del luogo non si fecero troppo intimorire e non lasciarono quella zona fertile e soleggiata, per territori più sicuri. I pirati li avrebbero da lontano avvistati, così piani di fuga e battaglie sarebbero state una mossa vincente. Nascono dunque le torri di avvistamento, di difesa e di ricovero di Forio.
Rechiamoci al centro storico di Forio per visitare quelle più importanti; alcune di esse sono private e possono essere ammirate soltanto dall’esterno.
Partiamo dalla più grande la torre del Torone o Torrione – che è comunale e dunque visitabile.
La struttura ospita il museo dedicato all’artista Maltese e al piano inferiore mostre di arte contemporanea. Il Torrione, a pianta circolare, si erge su una base rocciosa in cui sono incassati i gradini di accesso. La parte relativa al primo livello è lievemente a scarpata, ed è separata da una cornice torica dalla parte superiore, con le mura perfettamente a piombo. Sulla sommità un’altra cornice torica è posta al di sotto della merlatura, che bruscamente si distacca dalla muratura per l’assenza degli archi di raccordo. Questa merlatura funziona anche da parapetto per la zona di copertura, che si presenta piana.Il prospetto è bucato da numerose finestre e feritoie. Il paramento è formato da pietrame di tufo rozzamente squadrate.
La seconda Torre è quella di via Patalano.
Si trova nel nucleo più antico di Forio, fu costruita verso la fine del Cinquecento e fu adibita a dimora abituale del proprietario e della sua famiglia. In caso di pericolo, però, veniva usata per rifugio e ricovero degli abitanti della zona. Le mura esterne sono caratterizzate da un paramento in tufo e trachite, con grossi blocchi che rafforzano gli spigoli. Anche l’interno presenta lo stesso paramento.
Una cornice torica anch’essa in tufo sottolinea il punto in cui, all’interno, è impostata la volta a padiglione dell’ambiente al piano terra. Al piano superiore, con copertura piana, si accede attraverso una scala aperta, le cui rampe si allineano a tre dei lati del cortile.
La Torre Costantina
Al centro del nucleo medievale di Forio sorge, al di sopra di un banco di tufo, questa torre cui si accede da un orto vicino. Il viale di accesso è ritmato da un pergolato sorretto da colonne rustiche. Questa struttura diventa la cornice in cui si inserisce la sagoma della torre.
La torre di guardia, a pianta circolare, fa parte del primo gruppo di edifici difensivi e fu realizzata nella seconda metà del Cinquecento venne, come le altre, costruita su un banco roccioso di tufo, al centro del nucleo urbano medioevale, per difendere le abitazioni circostanti dagli assalti dei corsari.
Oggi è usata come abitazione da privati ed è stata dimora, in passato, di artisti come Lélo Fiaux. Ha una pianta circolare con una piana a terrazzo ed una volta emisferica. Le pareti sono in pietrame di tufo verde ed il pavimento è in battuto di lapillo. All’esterno è decorata da due tori in pietra lavica, il primo posto all’altezza della volta emisferica stacca il piano superiore da quello inferiore, mentre il secondo circonda la copertura.
Torre di corso Umberto
Intorno alla metà Quattrocento, il villaggio di Forio era in piena espansione demografica e, dall’antico nucleo originario addossato alla chiesa di San Vito, era in corso uno spostamento verso la zona marittima, ove si stava formando un denso nucleo abitativo intorno alla parrocchia di S. Maria di Loreto. Poichè tale zona era maggiormente esposta ai rischi delle incursioni corsare, si dovette pensare a proteggerla con un sistema di torri e fortificazioni.
Fra queste, emerge la costruzione della Torre di corso Umberto, realizzata verso la metà del Cinquecento, e notevolmente più ampia rispetto alle altre circostanti. La costruzione si sviluppa per tre piani su pianta quadrata. All’esterno si sussegue un rivestimento, estremamente rimaneggiato, in intonaco, a finto bugnato per il piano terra e a finto mattone per quelli successivi. Il coronamento è formato da feritoie e caditoie disposte su una mensola sporgente, raccordata da voltine.
Torre di Nacera
Quella di Nacera è una delle torri costruite lungo le strade che conducevano alle campagne, con funzione di avvistamento e di rifugio per i contadini in caso di incursioni dal mare. La pianta dell’isola d’Ischia dell’Ortelio (1590) attesta l’esistenza della torre fin dal XVI sec.
Il portale reca la data 1691 e uno stemma, risalenti ad un’epoca successiva all’edificazione, quando la torre fu acquistata da un nuovo proprietario. La torre era originariamente a due piani; la parte superiore è andata distrutta.
l nome deriva da quello di un ex proprietario, il notaio Domenico Nacera. Un documento del 1686 conservato presso l’Archivio di Stato a Napoli così descrive la torre: "consistente in torre, due case terragne, palmento, cortiglio, cisterna, giardino, con pozzo dentro ed altre comodità". Almeno dagli anni Ottanta è di proprietà della famiglia Patalano.
In posizione isolata, la torre di Nacera è visibile dalla strada che dal centro di Forio conduce verso il Cuotto.
L’edificio è costituito da un unico ambiente a pianta quadrata con copertura piana a terrazzo, al quale si accede tramite alcuni gradini scavati nel di tufo. All’esterno è rivestita di pietrame di tufo rozzamente tagliato, rinforzato in corrispondenza degli spigoli da blocchi ben sagomati. Un toro in pietra lavica al di sopra della base tronco piramidale testimonia l’esistenza di un secondo livello, di cui restano solo pochi filari di pietra
Torre di Vico Schiano
La torre di Vico Schiano, detta anche "del Cierco" dalla località in cui si trova, fu costruita all’interno di un piccolo abitato rurale con funzioni di difesa e di rifugio. Insieme ad altre torri faceva parte di un complesso sistema difensivo che copriva in modo capillare l’intero territorio, realizzato dai cittadini foriani nella prima metà del XVI sec. per far fronte agli assalti dei Turchi.
La costruzione ha subito nel tempo notevoli rimaneggiamenti e aggiunte, per cui l’aspetto originario risulta alquanto alterato. La struttura esterna della torre, perfettamente cilindrica, è costituita da pietre di tufo rozzamente squadrate; una scala permette di accedere dal cortile al piano superiore. A pianta circolare, fu costruita su un masso tufaceo nel quale è stato ricavato un ambiente seminterrato adibito dai contadini del posto a cellaio con annesso palmento.
La Torre di Via San Vito, detta anche Torre Milone
Fu costruita intorno al 1560, quando, a seguito delle rovinose incursioni dei Turchi del 1558, anche i privati ricevettero la facoltà di poter erigere torri di difesa e di avvistamento. Nel Settecento, si è aggiunto alla antica Torre il palazzo Milone. La torre, nota anche come la torre di San Vito, ha una pianta quadrata, con un piano terra, un ammezzato ed un primo piano.
Ha una muratura in pietrame di tufo con un rivestimento in intonaco che al livello basamentale, di forma tronco-piramidale, propone un finto bugnato, per proseguire liscio al livello superiore. La parte terminale presenta un parapetto di contenimento.
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