Visitatori illustri: Böcklin scrive alla moglie da Ischia
Spero che tu abbia ricevuto il mio telegramma da Napoli. Il giorno seguente, domenica, di buon’ora sono partito col signor Schmidt per Ischia, dove abbiamo trovato una camera a Villa Drago per 15 giorni.
Il 13 agosto dobbiamo trovare un altro alloggio, lo troveremo senz’altro. Oggi ho fatto il terzo bagno termale, ma è impossibile riscontrare ef- fetti positivi in così poco tempo. Avverto un certo cambiamento, mi duole poco la spalla sinistra. Forse è un buon segno, l’acqua fa effetto. Non è facile raccontarti come trascorro le giornate, come ammazzo il tempo. Mi alzo alle 5 e vado allo stabilimento termale.
Là aspettano già venti persone, quasi tutte vecchie con grucce, e parlano una lingua per me incomprensibile. Prendo un caffè nero e aspetto quasi un’ora per entrare nel bagno. Nella vasca, che per me è troppo piccola, mi annoio a morte e guardo sempre l’orologio alla parete per vedere se la mezzora è trascorsa – cinque minuti nella vasca sono più lunghi di un’ora fuori.
Alle 7 o anche più tardi la noia finisce e vado in un vicino bar a fare colazione: caffè nero senza latte – che non hanno – con un panino raffermo, e poi mi dirigo verso la spiaggia, mi siedo all’ombra di uno scoglio e osservo il mare con le navi che passano e penso a mille cose. Verso le 11 arriva il caldo eccessivo e allora ritorno a casa per osservare ancora il mare o per scrivere, come sto facendo adesso.
A mezzogiorno arriva il signor Schmidt e poco dopo appare Gaetano con il pranzo: un pezzetto di car- ne fredda, frutta, pane e vino che quest’anno per fortuna è ottimo. Alla stessa, 16 agosto 1880 Non ho voglia di cominciare alcuna cosa, non mi viene la minima ispirazione per un quadro. Continuo a non fare niente altro che sedermi sugli scogli vicino al mare e raramente prendere il mio Ariosto, che ho sempre con me, per leggere qualche verso. Sia per l’aria che per la monotonia del mare o per il caldo, non lo so, ma ora capisco molto bene come un anacoreta possa trascorrere cento anni nel deserto, senza perdere la pazienza.
Quando non si pensa a niente, credo, la mente dorme.
Così attraverso quelle foto prende forma davanti ai nostri occhi una terra mai vista, l'isola della fine della seconda metà dell'Ottocento. Una distesa deserta di cose e di persone, una coperta di alberi e canne che inco..
Poche leggere pennellate intrise di aria, veloci, ma decise. Il Gigante - di nome e di fatto - della pittura napoletana trascorse lunghi periodi sull'isola di Ischia dipingendone i luoghi più amati..
Ischia, isola del paesaggio per eccellenza, non poteva non essere una delle mete predilette di quei pittori che nell’ottocento giravano per le campagne e le spiagge campane in cerca di angoli suggestivi da cogliere con i..
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«…luceano le stelle, in cielo fan l’amore con le lampare» anche uno “storico” sindaco ischitano degli anni 50, Vincenzo Telese, venne toccato dalla musa e compose per la sua isola una canzone nostalgica che parlava di be..
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