La ‘Ndrezzata ha origini antichissime, e risale all’epoca dei Greci, che per primi abitarono l’isola chiamandola Pitecusa. La presenza delle spade nelle danze che accompagnano il canto richiama infatti gli esercizi, sia di ginnastica che di allenamento alle armi, dei giovani soldati. I bastoni (“mazze”) richiamano un’altra tradizione ischitana, relativamente più recente ma sempre antichissima, di battere i tetti a volta delle case per compattarli e renderli resistent
Articolo tratto dal sito: www.ilportaledelsud.org - foto di Elio Conte
La ‘Ndrezzata è un canto rituale con spade e bastoni originario dell’isola d’Ischia.
La leggenda vuole che la ‘Ndrezzata fosse il ballo delle Ninfe sulle note che Apollo produceva da una cetra d’oro. Apollo, pizzicando la cetra, si innamorò della ninfa Coronide, la sposò e da loro nacque Esculapio. Apollo, soddisfatto, conferì allora alla sorgente ischitana “Nitrodi” la proprietà di offrire bellezza e guarigione.
Ma Coronide tradì il dio con il fauno Ischis e Apollo per vendetta la gettò in mare. Esculapio, ormai orfano, si vendicò sciogliendo nella fonte un intruglio di erbe che rese litigiosi gli abitanti che alla fonte si dissetavano. Le Ninfe a quel punto decisero di lasciare quel luogo non più idilliaco, ma vollero che la loro danza si continuasse a perpetuare e lasciarono in dono la ‘Ndrezzata agli abitanti di Buonopane, l’antica Murpano, casolare ischitano oggi frazione del comune di Barano. Baranesi e buonopanesi, continuarono ad essere litigiosi, finché un giorno del 1540 fu un nuovo amore a portare alla riconciliazione: un ragazzo di Barano regalò una cintura ad una ragazza di Buonopane, in pegno del loro amore ancora segreto.
La cintura fu sfortunatamente persa dalla giovane e rinvenuta da un buonopanese.
Scoppiò l’ennesima zuffa che ebbe il culmine sul ponte di Buonopane; ma prevalse il buon senso e i due paesi, stabilirono la pace un lunedì di Pasqua bruciando la disgraziata cintura davanti alla chiesa di San Giovanni e i buonopanesi festeggiarono ballando una ‘Ndrezzata. Ancora oggi si ricorda la fine delle ostilità ogni Pasquetta e per San Giovanni ogni 24 giugno.
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