I palazzi padronali di Ischia: facciate superbe e giardini segreti
Case piccole, piccolissime costruite sulla spiagge, case di pescatori con le reti stese fuori al sole, case di pietra dalle scale rampanti, con alte cantine profumate di mosto, case di contadini, sul balcone fichi ad asciugare al sole e piennoli di pomodori. Case ad Ischia ma anche palazzi.Palazzi nobiliari dalle facciate severe con tutto quel che serve per incutere rispetto e timore al passante: stemmi, cornici aggettanti, finestre giganti come occhi sulla strada… ma gli occhi di chi passa non possono mai sconfinare oltre e vedere i cortili ed i giardini segreti, le stanze dalle volte affrescate, e gli interni dove a riparo da sguardi indiscreti si consumava la vita delle famiglie patrizie ischitane
Un itinerario per palazzi ischitani vi potrà dire molte cose sulla vita che si conduceva sull’isola di Ischia nei secoli addietro, quando la situazione economica e sociale era molto più disomogenea di oggi. Come accadeva un po’ in tutta Italia, anche sull’isola di Ischia le grandi famiglie facevano a gara per avere il palazzo più prestigioso, dal momento che esso rappresentava lo specchio delle fortune e della potenza di chi vi abitava.
Molti palazzi bellissimi oggi purtroppo non ci sono più, altri sono stati trasformati a tal punto che hanno perso l’identità originaria.
Ma tanti invece sono rimasti per lo più identici a quando sono stati costruiti, cambiando in alcuni casi il colore e qualche particolare, ma nulla più. Questi palazzi si trovano un po’ ovunque per l’isola. I comuni che ne conservano un numero maggiore sono sicuramente Forio e Ischia, in particolare la zona di Ischia Ponte, anche perché Casamicciola e Lacco Ameno furono particolarmente colpiti dal terremoto del 1883 e le belle costruzioni che si possono ammirare sono per la maggior parte di inizio Novecento.
Le zone alte dell’isola Barano e Serrara Fontana hanno avuto una vocazione maggiormente agricola: tuttavia in questi comuni si possono trovare pochi ma splendidi esempi di architettura come il grande palazzo che si trova nella piazza di Serrara, ed alcuni palazzotti patrizi a Fontana e Barano. In questo itinerario vi suggeriamo la visita ad alcune costruzioni importanti dell’isola di Ischia, catalogate dalla Provincia di Napoli come elementi del museo diffuso.
Palazzo Biondi
Partiamo da Forio dove troviamo sulla strada principale la disarmante sobrietà di Palazzo Biondi che nasconde dietro la semplice facciata un grande e orientaleggiante cortile – giardino. L’interno del palazzo è raramente visitabile eccezion fatta in occasione della manifestazione “Portoni aperti” che si svolge a Forio nel mese di settembre. Un’iscrizione all’interno del cortile di palazzo Biondi attesta che il palazzo fu fondato dal notaio Domenico Biondi nel 1685. L’edificio è stato ampliato e modificato nel 1815 e nel 1835, come si ricava dalle iscrizioni poste sulle chiavi di volta dei due portoni. Fu poi danneggiato dal terremoto del 1883, che provocò la caduta della volta della scala interna e di quella dell’ultimo vano, a causa del crollo sull’edificio del campanile della chiesa di S. Sebastiano, oggi non più esistente. Palazzo Biondi, come molti altri edifici foriani, presenta una originale fusione di stili diversi.
La facciata dalle linee semplici, è abbellita da due portoni rivestiti di pietra grigia locale. Quello ad est è più antico e più semplice, mentre il portone maggiore, più elaborato, ha sulla chiave di volta uno stemma barocco di marmo con un profilo maschile scolpito a bassorilievo e la scritta “Salvatore Blundi fu Domenico edificò e modificò 1835”.
A pianterreno sono disposte in ordine sparso cinque finestre, di cui la prima ad est è l’unica ad aver conservato l’antica decorazione in tufo verde: una fila di archetti ravvicinati con un originale disegno geometrico al centro e alla base dei pilastri due rosette geometriche, motivo decorativo molto diffuso sui portoni di Forio. Al primo piano si aprono cinque balconi con ringhiere di ferro battuto. L’interno denota invece un gusto orientale, ispirato alla struttura della casa araba: vi si apre un luminoso portico con arcate disuguali basse e larghe volte a vela. La cucina ha un’enorme cappa e una vasca di pietra. La cisterna, situata nei pressi del portone più antico, con davanzale in pietra, conserva ancora il verricello di legno ed è ornata da due ricci di ferro battuto ai lati dei due pilastrini. Da qui una scala aperta conduce ai locali del piano superiore, coperti da volte a padiglione”.
Casa Mazzella
Andiamo poi ad Ischia dove in via vecchia Campagnano troviamo “Casa Mazzella” che rappresenta un esempio del tipico processo di edificazione avvenuto sull’isola nel corso del XVII-XVIII secolo. Per lo spezzettamento delle proprietà e il conseguente spostamento delle famiglie, furono costruite numerose case private annesse a terreni agricoli.
Molto spesso le eleganti case padronali davano il nome a piccoli gruppi di case coloniche. Attualmente, Casa Mazzella non è più riconoscibile nel suo assetto originario, a causa delle numerose e profonde trasformazioni cui è stata oggetto nel corso dei secoli. L’accesso principale è situato al termine di una tortuosa stradina. Tale accesso conduce al cortile con porticato coperto da volte a vela poggianti per un lato su pilastri quadrati, per l’altro sulla costruzione stessa. Il fronte strada si presenta semplicemente scandito da finestre sormontate da cornici lineari. Più complesso risulta invece l’apparato decorativo del prospetto sul cortile, dove i balconi al primo piano presentano soglie mistilinee, sorrette da imponenti mensole in pietra lavica.
Palazzotto Onorato
Spostiamoci ad Ischia ponte dove troveremo più di un esempio di palazzo antico. Cominciamo dal Palazzotto Onorato che si trova in posizione un po’ defilata. Costruito nella seconda metà del Settecento, apparteneva alla famiglia Buonocore. Marianna Buonocore sposò Nicola Onorato e portò in dote il palazzo. Nella prima metà dell’Ottocento i abitò Vincenzo Onorato, autore del “Ragguaglio Historico topografico dell’isola d’Ischia”.
L’edificio, a due livelli, presenta un impianto ad “L” e due ingressi, l’uno su Via Marina, l’altro su Vico Stradone. L’originaria conformazione di “porticato a mare” è stata in parte alterata della tompagnatura degli arconi che caratterizzavano la facciata. Gli ambienti interni presentano volte padiglione, le coperture sono invece piane e terrazzate.
Palazzo Corteglia
Ad Ischia ponte sulla strada principale troviamo il celebre Palazzo Corteglia. Le poche e frammentarie notizie riguardanti il palazzo nobiliare non permettono una ricostruzione precisa e attendibile degli eventi riguardanti la storia della costruzione. La facciata del palazzetto si caratterizza, nella parte centrale, per una ricca decorazione in stucco bianco che incornicia lo stemma gentilizio della famiglia, posto sopra il vano di accesso principale. Al di sopra una finestra ad arco ribassato che termina con una rocaille con vertice verso l’alto. All’interno un cortile porticato, posto a sostegno di un ballatoio su cui si aprono diverse rampe di scale che conducono agli appartamenti.
Palazzo Scalfati
All’ingresso di Ischia ponte il bel Palazzo Scalfati. Costruito probabilmente agli inizi del XVIII secolo, presentava in origine un solo piano su sui insisteva una copertura a tetto, come si desume dalla veduta dell’Hackert del 1789. Delle due loggette presenti sui lati ne rimane oggi una soltanto, dato che l’altra è stata ocultata dall’ampliamento dell’edificio del Seminario. Lo schema compositivo della facciata è caratterizzato da una sorta di pronao, che di fatto sostiene il balcone centrale, con l’apertura decorata a finto bugnato.
Anche la soluzione d’angolo è da segnalare, con la loggetta suddivisa da arcate comunicanti tra loro mediante aperture rettangolari. Nel prospetto sul giardino, aggetti e rientranze si alternano ad evidenziare la complessità degli spazi interni. Particolarmente interessante la balconata sorretta da arcate, su cui si aprono gli ambienti del primo piano.
Casa De Magistris
A Barano troviamo infine un esempio di palazzo padronale Casa De Magistris. Fu eretta sul finire del XVII sec. nella parte alta del casale di Fiaiano. La zona risulta essere l’orlo di un cratere che vide nel 1301 la fuoriuscita della lava dell’Arso. Fu arricchita nel 1740 da una cappella dedicata all’Immacolata Concezione. L’edificio ha una volumetria piuttosto articolata con una pianta a forma di "L", un muro circonda la costruzione e parte dell’area coltivata.
Al piano terra tutti gli ambienti di servizio, tra cui il cellaio, l’annesso palmento in muratura, la cantina, i depositi e le stalle. Al secondo piano la vera e propria abitazione. La decorazione è limitata a cornici di piperno sulle finestre e alcuni stucchi. Da un’apertura del muro di cinta si accede alla Cappella, costruita all’esterno proprio per poter accogliere gli abitanti del contado.
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