La bellezza dell’isola di Ischia è frutto di una antichissima attività vulcanica. In un remoto passato l’isola era in continua trasformazione sotto i colpi di eruzioni vulcaniche e sprofondamenti in mare. Ora di tutto questo fuoco c’è rimasto soltanto l’aspetto positivo: le terme ed una terra fertile e bella come nessuna.
Eruzioni e terremoti di epoca preistorica e storica
La storia di Ischia è segnata, fin dai tempi più remoti, da frequenti catastrofi causate sia da eruzioni che da terremoti. Un insediamento con manufatti dell’età del Ferro si trova sotto le ceneri di un’eruzione il cui centro è localizzato nel tratto di spiaggia tra Ischia Porto e Casamicciola. Il primo emporio greco dell’Italia meridionale viene fondato nell’VIII secolo a.C. a Ischia (la colonia greca chiamata Pitecusa).
I coloni greci, giunti intorno al 770 a.C. dall’Eubea, si stabilirono sul promontorio di Monte Vico, all’estremità Nord-Ovest dell’Isola. Terremoti e eruzioni spinsero poi questi coloni verso la terraferma, dove fondarono la colonia di Cuma, la cui presenza segnerà il progressivo declino economico di Ischia. Dall’insediamento greco di Cuma si scorge in lontananza Ischia Intorno al 600 a.C. l’eruzione di Monte Rotaro mise definitivamente in fuga i greci.
Nel 486 a.C. Ischia viene occupata dai Siracusani, i quali saranno scacciati poco dopo, tra il 474 e il 470, da una nuova eruzione, probabilmente quella cui si deve la formazione del cratere di Porto d’Ischia. Dopo un periodo di abbandono, l’isola viene occupata da coloni provenienti da Neapolis, forse gli stessi che l’avevano abbandonata in precedenza per fondare sulla costa la futura città di Napoli.
Probabilmente l’attività vulcanica è persistente per tutto il periodo romano. Si ha notizia di eruzioni nel 91 a.C. e sotto l’Imperatore Augusto, il quale cedette Ischia in cambio di Capri ai Napoletani. L’attività vulcanica sull’isola è testimoniata in epoca romana anche sotto i regni di Tito, Antonino e Diocleziano. L’ultima eruzione di Ischia avvenne nel febbraio del 1302, quando un cratere apertosi in zona Fiaiano, emise lava per oltre due mesi.
Una colata, larga da 500 a 100 m, detta una volta delle Cremate e oggi chiamata colata dell’Arso, raggiunse la spiaggia tra il Porto d’Ischia e Ischia Ponte e distrusse l’antico centro urbano della Geronda. L’eruzione seminò panico su tutta l’isola e costrinse molta gente a fuggire verso le isole vicine e la terraferma. Da allora, l’unica manifestazione vulcanica consiste in una intensa attività fumarolica. Nonostante questo, Ischia, come i vicini Campi Flegrei e il Vesuvio, è considerata un vulcano attivo, comprendendo con questa definizione tutti i vulcani che hanno avuto attività in epoca storica.
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