La Torre di Guevara un edificio storico in equilibrio tra Rinascimento e natura
Sprofondata in un roseto ed affacciata sul mare la Torre di Guevara è un gioiello di architettura rinascimentale, dove le mura “pictae” trasudano storie e leggende d’amore. Un luogo dell’anima dove andare a caccia di atmosfere perdute
La Torre di Guevara, impropriamente conosciuta anche con il nome di “Torre di Michelagelo” o “Torre di Sant’Anna” – per la presenza della chiesetta dedicata alla santa – è una casa turrita edificata nella Baia di Cartaromana, sul versante orientale dell’isola d’Ischia. L’edificio, a pianta quadrata, si articola su tre livelli fuori terra, dei quali il primo, a scarpa, si chiude con un toro in pietra viva.
La geometria delle aperture, incorniciate da tessiture di pietra vulcanica a spessore, collocano l’opera nel quadro artistico del rinascimento napoletano, oltre che riuscita testimonianza di cultura manieristica non solo per i suoi affreschi, ma anche per la concezione architettonica di casa-giardino, contesto di immagini mitiche e luogo privilegiato di metafore culturali.
La torre è immersa in un vasto giardino che lambisce a valle la acque di Cartaromana e quelle di una sorgente dismessa celebrata da Giovanni Boccaccio nella V giornata del Decameron: «E, durante questo amore così fervente, avvenne che, essendo la giovane un giorno di state tutta soletta alla marina, di scoglio in iscoglio andando marine conche con un coltellino dalle pietre spiccando, s’avvenne in un luogo fra gli scogli riposto, dove sì per l’ombra e sì per lo destro d’una fontana d’acqua freddissima che v’era, s’erano certi giovani ciciliani, che da Napoli venivano, con una lor fregata raccolti».
La Torre anticamente era cinta su due lati da alte mura, di cui oggi restano solo dei tratt, è posta di fronte al Castello Aragonese, a poca distanza dagli scogli di Sant’Anna, importante sito archeologico che ricollega la storia della baia all’antica colonia – sommersa - di Aenaria.
La sua costruzione, risalente alla fine del ‘400, è attribuita a don Giovanni De Guevara, uomo d’armi originario della Spagna appartenente al seguito di Alfonso I d’Aragona, che nel 1454 lo nominò “cavalliere del re”, o ad un altro appartenente della medesima famiglia, Francesco De Guevara duca di Bovino, nominato alla fine del ’400 governatore a vita dell’isola da Carlo V. La torre fu quindi costruita non solo per esigenze abitative, ma anche per espletare funzioni di difesa della costa e del castello, così come stabilito dal sovrano in base all’editto del 1433.
Si racconta che nel 1500 vi abbia soggiornato a più riprese l’artista Michelangelo Buonarroti, legato da una segreta relazione amorosa alla castellana Vittoria Colonna, moglie di Francesco Ferrante d’Avalos. Tali informazioni, così come quelle che attribuiscono all’artista alcune delle pitture presenti all’interno dell’edificio, non sono però suffragate da alcun documento storico.
La torre viene attualmente utilizzata come struttura polivalente per esposizioni d’arte. Vi hanno esposto tra gli altri, Arnaldo Pomodoro e Hidetoshi Nagasawa.
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