Il 6 dicembre si celebra la festa a “più alta quota” dell’isola: San Nicola. La chiesetta dedicata al culto del Santo si trova infatti in cima all’Epomeo, la vetta di quasi 800 metri che domina l’intera isola
La chiesa di San Nicola venne fondata nel XVIII secolo
La storia narra che il Capitano del Castello di Ischia, Giuseppe D’Argouth, scampato alla morte in battaglia dopo aver chiesto l’intercessione di San Nicola, abbia innalzato al santo la chiesa, ed abbia costruito l’eremo per ritirarsi a vita monastica.
La festa di San Nicola al Monte ha un sapore antico
Perché è anche un piccolo pellegrinaggio, dal momento che per raggiungere la chiesetta bisogna salire a piedi fin sopra la cima. I fedeli cominciano l’ascesa alle prime ore delle mattina: le donne portano le pietanze: salsicce crude da far sfrigolare sulla brace e polpette al sugo, sacchi pieni di pane, “friarielli”, formaggi; i contadini portano il vino.
Un ossequio al santo e poi via a preparare il sagrato per il pranzo
La messa viene celebrata a metà mattinata, la gente è tanta che a malapena entra nella piccola chiesetta, molti seguono la funzione da fuori. La celebrazione religiosa culmina con una processione montana: la statua coloratissima del santo viene portata per i sentieri dell’Epomeo, una tappa nelle zone più alte permetterà alla benedizione del santo di estendersi su tutti i campi dell’isola.
E il momento è quello giusto: l’inverno è alle porte, le piantine, i pomidoro, l’albicocco, il ciliegio, le viti dovranno superare il freddo per sbocciare rigogliose in primavera ed in estate: con l’aiuto di San Nicola tutto andrà liscio! Si torna in chiesa, la statua torna al suo posto.
La preghiera lascia il posto alla festa dei sensi
L’aroma delle salsicce supera quello di incenso, da ore sfrigolano sulla brace ed un odore fortissimo si spande per l’Epomeo, è un richiamo alla tavola. Che ci sia il sole o le nuvole, fa freddo qui in cima: vino e caldarroste ci riscalderanno per bene. La montagna risuona di voci: accade solo una volta all’anno, poi tutto torna in un silenzio irreale, il silenzio dei luoghi distanti dalla vita degli uomini. Solo San Nicola nel buio della chiesa che ha chiuso i pesanti battenti, continua a vegliare sulla montagna.
Il mare è immobile e smaltato, riflette la luce pomeridiana perlacea dei cieli di Ischia quando all’orizzonte come un’apparizione spunta un grosso barcone di legno variopinto, con bandierine colorate, trasporta una statu..
Una scampagnata che nasce, forse, per ricordare il cammino tra i campi dei discepoli di Cristo diretti ad Emmaus, la Pasquetta è anche per i laici un giorno da vivere “en plein air”, magari nell’erba alta delle colline i..
L’odore della caldarroste si diffonde per le strette stradine di Ischia ponte e si mescola con il profumo del mare, in un inebriante incastro aromatico.In un angolo del pontile è appena attraccata la “paranza”, questa no..
È festa quando finisce tutto. Quando gli attrezzi si posano, l’uva è messa a riposo e deve fare il suo lavoro lento. Quando la vendemmia termina comincia la festa: e dopo tanta fatica la tavola deve essere “importante”, ..
Il profumo di legna per i vicoletti chiusi da case colorate, l’aroma di caladarroste che invade la piazzetta, la bellezza di questi paesi arroccati su colline o stesi sulla costa, di queste case tutte con un albero di Na..