La visita alle chiese del comune di Ischia
A volte diroccate, spesso defilate, ma anche barocche e panciute le chiese del comune di Ischia dal Castello a Sant’Alessandro..
In essa per decenni si sono tenuti accesi dibattiti consiliari. Il 25 agosto 1794 il Capitolo Vaticano incoronò la statua della Madonna, conservata all’interno e risalente al secolo XVIII, che nei giorni di festa viene ricoperta di abiti ed oggetti preziosi.
Molto venerato è anche il medaglione del paliotto raffigurante la Madonna del Melograno, che certamente costituiva la parte centrale di un sarcofago smembrato, proveniente dal Castello. Il portale d’ingresso della Confraternita è molto grazioso ed elegante ed è preceduto da un atrio scoperto, chiuso da una bassa facciata, dietro la quale se ne trova una seconda dalle linee più semplici.
L’interno, ad unica navata, è coperto da una volta a botte lunettata e fasciata.
In alto, nella lunetta degli archi laterali, si rilevano affreschi illustranti episodi del Vecchio e del Nuovo Testamento. Nell’ambiente adiacente, adibito a sacrestia, si sviluppa una avvolgente scala rampante.
La famiglia di San Giovanni Giuseppe abitava nella zona ed un suo ritratto ci ammonisce severo dalla balaustra dell’organo, mentre altri dipinti sono conservati in sacrestia, come una Sant’Anna e la Vergine bambina ed una Visione di San Francesco Saverio, entrambi modesti ed a carattere devozionale.
Sulla mensola del coro vi è un Cuore di Gesù, attribuibile a Giacinto Diano, intorno al 1770, quando l’artista abbandonando i modi demuriani, cominciò a stemperarsi in grazia accademica. Nella chiesa vi è un solo altare in marmi policromi, databile alla seconda metà del XVIII secolo, con al centro una icona.
Sulle pareti destra e sinistra scorre un maestoso coro, dal disegno simile a quello conservato in Santa Maria Visitapoveri a Forio.Esso è composto da una triplice fila di sedili con parapetti e balaustri, intervallati da scalini e fu eseguito quando la Congregazione si trasformò in Arciconfraternita.
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